domingo, marzo 29, 2009

TANIZAKI NEL TERZO REICH
Repubblica — 02 luglio 1985 pagina 20 sezione: SPETTACOLI
ROMA - Liliana Cavani ha appena terminato di girare Berlin interior, il film da lei sceneggiato assieme a Roberta Mazzoni e tratto, liberamente, dal romanzo di Junichiro Tanizaki La croce buddista. Il film, girato in esterni a Vienna ("a Berlino sarebbe stato impossibile" dice la regista "Berlino è stata distrutta al novanta per cento, della Berlino anni Trenta, quella che mi interessava, non c' è più traccia, molto meglio Vienna") e poi, per gli interni, a Roma, è prodotta dalla Cannon e dalla Italian International Film, coproduzione italo-tedesca, costo quattro miliardi di lire, circa, cast internazionale ma senza grandi star, se si esclude Gudrun Landgrebe la nuova Schygulla del cinema tedesco nota da noi soprattutto per La femme flambèe. Gli altri interpreti principali sono un attore di teatro inglese, Kevin McNally, una giovanissima giapponese, Mio Takaki, e ancora un attore italiano noto soprattutto in Gran Bretagna, Andrea Prodan, e William Berger, Philippe Leroy, Massimo Girotti. Italiani, rigorosamente italiani, sono i collaboratori "tecnici" della Cavani, il direttore della fotografia Dante Spinotti, lo scenografo Luciano Ricceri, il costumista Alberto Verso, mentre per i kimono che Mio Takaki indossa nel film l' autore è il "Valentino del Sol Levante", Jusaburo Tsujimura. Della storia da lei raccontata, la Cavani non dice molto di più di quanto già disse prima di iniziare a girare: siamo a Berlino nel 1938, in pieno Asse Roma-Tokio-Berlino, in pieno processo di nazificazione della Germania, l' ambiente è quello delle ambasciate e dell' alta diplomazia della capitale del III Reich. Tre personaggi al centro di una vicenda - lo dice il titolo - è molto privata, in interni, come dire, tre europei (e sono, sullo schermo, McNally, la Landgrebe e Prodan) e una giapponese, Mio Takaki, unico richiamo all' originale Tanizaki che, come del resto ne La chiave, raccontava invece personaggi esclusivamente giapponesi. La croce buddista racconta la Cavani "mi è molto piaciuto perchè è la storia di un idolo e dei suoi tre devoti": l' idolo, nella fattispecie, sarà Mio Takaki che riuscirà a possedere, a dominare, a sconvolgere le esistenze degli altri tre personaggi centrali. Nessun parallelo con Portiere di notte, precisa la Cavani che insiste invece sul carattere, in certo qual modo, religioso della devozione dei tre europei al loro idolo giapponese e e glissa se le si chiede, e glielo si chiede, della eventuale scabrosità delle situazioni che il film racconta. Non ci saranno camicie brune nel film, non ci saranno svastiche: il nazismo servirà proprio perchè come tutte le dittature non accetta altra fede, altra devozione che non sia riferita a se stesso, a sottolineare il valore anche metafisico del rapporto di devozione-sudditanza che i tre personaggi avranno nei confronti dell' idolo. Alla domanda, di rito, cosa farà signora Cavani dopo Berlin interior (il film uscirà a ottobre, e non andrà, quindi, a Venezia), la Cavani risponde evasiva, considerato che il progetto su Moro è in mente dei e che un suo vecchio amore, una biografia mozartiana proposta (e bocciata) dalla Rai, è ormai, dopo i fasti di Milos Forman, assolutamente bruciata. - di RINO ALESSI

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