QUATTRO DOMENICHE PER L' AMORE
Repubblica — 21 giugno 1990 pagina 23 sezione: SPETTACOLI
LONGIANO Bisogna abbandonare la via Emilia, col suo Far West di locali e confusione, e arrampicarsi sulle colline alle spalle di Rimini. Di lì si raggiunge, tra filari di cipressi e casolari, un paesino minuscolo che si chiama Longiano. In questo pugno di case imbiancate dal sole e strette attorno alla rocca dei Malatesta, Giuseppe Bertolucci gira il suo nuovo film. Che non è un film vero e proprio, bensì un episodio, piuttosto ampio, che s' inserisce senza soluzione di continuità in un racconto cinematografico costruito su quattro soggetti di Tonino Guerra. Sono quattro storie incrociate, tante quante le stagioni dell' anno, affidate a quattro registi diversi: da Bertolucci a Giuseppe Tornatore, da Ricky Tognazzi a Francesco Barilli. Unica è invece l' ambientazione, la Valmarecchia, la vallata che si stende lungo il corso del fiume Marecchia, cara al settantenne Guerra, che qui è nato e di questa terra ha fatto il soggetto ora poetico ora cinematografico dei suoi ultimi lavori. E unico il titolo, La domenica specialmente, che però non nasconde nessun omaggio o citazione del Vivement dimanche di Truffaut. Anzi, è davvero difficile immaginare un film più italiano di questo, che parla d' amori, e sono sempre amori dalla mira un po' sbagliata, e di paesaggi romagnoli. L' episodio che sta ultimando Bertolucci (l' intero film sarà pronto a febbraio), racconta per esempio una strana sorta di triangolo amoroso composto da una coppia di ragazzi, Anna e Marco, e da un uomo maturo, Vittorio. Ha per interpreti Ornella Muti contesa tra un insolito Bruno Ganz, convinto da una lettera di Bertolucci a ritornare su un set italiano, e il giovane Andrea Prodan, già visto nei Ragazzi di via Panisperna di Amelio. I tre si incontrano casualmente, una domenica qualunque, nella casa di Vittorio (Ganz). Dal copione sappiamo che è stato il nonno, l' ottico del paese, a lasciarla così come la vediamo, illuminata dai proiettori e ingombra di cavi, vecchia dimora signorile ai piedi della Rocca e con vista sulla valle, piena di antichi oggetti, di lenti e di occhiali, di soprammobili e di quadri di una certa ricercatezza. Marco (Prodan) è innamorato di Anna (Ornella Muti) ma Anna è attratta da Vittorio, che la corteggia. Senonché, alla fine della serata, quando Vittorio uscirà di casa per telefonare a Anna e con questo espediente confessarle il suo desiderio, la scintilla scatterà tra la ragazza e Marco. Vittorio si consolerà con una sconosciuta (Nicoletta Braschi), incontrata in lacrime alla cabina del telefono. Nessuno di loro è un eroe, lo ammette anche Giuseppe Bertolucci. E in fondo, aggiunge, tutti questi racconti di Guerra sono in certo modo secondari: è come una strada che si allontana dalla via maestra per imboccare un sentiero laterale. Qui è la domenica che si disfa sotto gli occhi, tra le mani dei personaggi. In un altro è lo strano rapporto d' un uomo e d' un cane; nel terzo episodio, una suocera che spia le notti di suo figlio e della sua sposa. E nel quarto si racconta l' apparizione di chiese galleggianti sul mare. E' la prima volta che Bertolucci s' innamora di qualcosa non scritta da lui stesso. Spiega: In fondo, quest' apologo non è troppo lontano da un Proverbio di Rohmer. E a Eric Rohmer, dichiaratamente, si richiamano i suoi precedenti Amori in corso, girati anche quelli in Emilia, nei dintorni di Parma. Non è l' unica analogia: ancora Bertolucci lavora con una piccola troupe una ventina di persone in tutto , e piccoli budget. Non s' era mai, invece, trovato a impaginare immagini per l' anomala durata di mezz' ora, qual è la lunghezza dell' episodio. Cosa che lo diverte molto ma l' ha anche convinto a cercare le presenze forti degli interpreti. Ecco Ornella Muti, mai diretta prima, un lampo, un éclat da amministrare con cura. Ecco Bruno Ganz, già diretto in Oggetti smarriti, ritrovato dopo dieci anni, e ancora uno degli attori europei più straordinari; e Andrea Prodan, scelto perché non ha il vizio degli attori italiani della sua età, quello di fare il verso agli americani. Jean-Hugues Anglade, invece, interpreta il cammeo che Bertolucci inserirà all' inizio, al centro e alla fine di La domenica specialmente. Un sonetto, lo chiama il regista, uscito ancora una volta dalla penna di Guerra, dove si racconta di un miracolo: di un ragazzino che si lascia convincere da uno sconosciuto a liberare un uccellino dietro la promessa di ritrovarne tremila. Proprio come questo film, nato nello spreco e nello sfascio del cinema italiano, in cerca di un pubblico che sappiamo che esiste. - dal nostro inviato BRUNELLA TORRESIN
domingo, marzo 29, 2009
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